07/10/2025
L’Italia è tra i primi Paesi europei ad aver approvato una legge quadro sull’intelligenza artificiale. La Legge n. 132 del 23 settembre 2025, in vigore dal 10 ottobre, allinea il nostro ordinamento al regolamento europeo AI Act, che classifica i sistemi IA in base al rischio e stabilisce obblighi per sviluppatori e utilizzatori in tutta l’Unione.
La norma italiana pone le basi per disciplinare lo sviluppo, l’uso e la commercializzazione dell’IA nel rispetto dei diritti fondamentali, della sicurezza e della competitività tecnologica. Si tratta di una legge delega: il Governo avrà dodici mesi per emanare i decreti attuativi che definiranno criteri di certificazione, responsabilità, obblighi assicurativi e l’impiego dell’IA nei settori più sensibili.
Principi e governance
Il testo afferma una visione antropocentrica dell’intelligenza artificiale, basata sulla centralità dell’essere umano e sul controllo umano dei processi automatizzati. Altri principi cardine sono la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi, la tutela dei dati personali, la trasparenza, la tracciabilità e la promozione dell’innovazione.
La governance è affidata a due autorità principali: l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), responsabile dell’innovazione e dell’interoperabilità dei sistemi, e l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), incaricata della protezione delle infrastrutture critiche. Entrambe opereranno in coordinamento con il Garante per la protezione dei dati personali e con un Comitato di coordinamento sull’IA istituito presso la Presidenza del Consiglio, che avrà funzioni di indirizzo e vigilanza.
Ambiti di applicazione
Nel settore della giustizia, l’IA potrà essere utilizzata solo come strumento di supporto tecnico o documentale: le decisioni resteranno prerogativa esclusiva della magistratura, e ogni uso di sistemi automatizzati dovrà essere indicato nei provvedimenti per garantire trasparenza e tracciabilità.
In sanità e ricerca è consentito l’impiego di sistemi di IA per diagnosi, terapia e sperimentazione scientifica, ma con la necessaria supervisione medica e il parere dei comitati etici, nel rispetto della privacy e del consenso informato.
Particolare attenzione è riservata ai minori: per i bambini sotto i 14 anni l’utilizzo di strumenti che comportino il trattamento di dati personali richiede il consenso dei genitori o di chi ne esercita la responsabilità, mentre per i minori tra 14 e 18 anni è previsto un consenso informato accompagnato da informazioni chiare e comprensibili.
La legge tocca anche le professioni intellettuali, consentendo l’uso dell’IA solo come supporto all’attività umana. Restano ferme l’autonomia e la responsabilità del professionista, e le categorie saranno chiamate ad aggiornare i propri codici deontologici per garantire trasparenza e corretto impiego degli strumenti intelligenti.
Le attività legate a difesa, intelligence e ordine pubblico restano escluse dal campo di applicazione, pur nel rispetto dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali.
Responsabilità e sanzioni
La disciplina sulla responsabilità civile sarà definita nei decreti attuativi, ma la legge anticipa alcuni criteri di fondo: responsabilità oggettiva per i fornitori di sistemi ad alto rischio, responsabilità solidale tra sviluppatori, distributori e utilizzatori, e obblighi assicurativi per imprese e operatori.
In ambito penale vengono introdotte nuove fattispecie e aggravanti per reati commessi mediante IA. Tra queste, la diffusione illecita di deepfake e contenuti manipolati — punita con la reclusione da uno a cinque anni — oltre a truffe, frodi informatiche e reati finanziari aggravati dall’uso di sistemi automatizzati.
Diritto d’autore e contenuti generati da IA
La Legge 132 chiarisce che la tutela del diritto d’autore si applica solo alle opere create con un apporto creativo umano, anche se realizzate con strumenti di IA. Restano escluse le opere prodotte interamente da sistemi autonomi. Viene inoltre introdotto il reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati con IA — testi, immagini, video o audio — in coordinamento con il Digital Services Act europeo, che impone l’etichettatura dei contenuti prodotti da intelligenze artificiali.
Un passo avanti per l’Italia digitale
Con questa legge, l’Italia si colloca tra i Paesi europei più avanzati nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, cercando un equilibrio tra tutela dei diritti, sicurezza e innovazione tecnologica. L’attuazione dei decreti nei prossimi mesi sarà decisiva per tradurre questi principi in norme operative e realmente efficaci per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.