I nostri approfondimenti

Scopri le ultime notizie dal mondo web, gli aggiornamenti sulle nostre attività e le rubriche digitali curate dal nostro Team

07/10/2025AI: Italia fa da apripista in Europa con la Legge 132/2025

L’Italia è tra i primi Paesi europei ad aver approvato una legge quadro sull’intelligenza artificiale. La Legge n. 132 del 23 settembre 2025, in vigore dal 10 ottobre, allinea il nostro ordinamento al regolamento europeo AI Act, che classifica i sistemi IA in base al rischio e stabilisce obblighi per sviluppatori e utilizzatori in tutta l’Unione.

La norma italiana pone le basi per disciplinare lo sviluppo, l’uso e la commercializzazione dell’IA nel rispetto dei diritti fondamentali, della sicurezza e della competitività tecnologica. Si tratta di una legge delega: il Governo avrà dodici mesi per emanare i decreti attuativi che definiranno criteri di certificazione, responsabilità, obblighi assicurativi e l’impiego dell’IA nei settori più sensibili.

Principi e governance

Il testo afferma una visione antropocentrica dell’intelligenza artificiale, basata sulla centralità dell’essere umano e sul controllo umano dei processi automatizzati. Altri principi cardine sono la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi, la tutela dei dati personali, la trasparenza, la tracciabilità e la promozione dell’innovazione.

La governance è affidata a due autorità principali: l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), responsabile dell’innovazione e dell’interoperabilità dei sistemi, e l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), incaricata della protezione delle infrastrutture critiche. Entrambe opereranno in coordinamento con il Garante per la protezione dei dati personali e con un Comitato di coordinamento sull’IA istituito presso la Presidenza del Consiglio, che avrà funzioni di indirizzo e vigilanza.

Ambiti di applicazione

Nel settore della giustizia, l’IA potrà essere utilizzata solo come strumento di supporto tecnico o documentale: le decisioni resteranno prerogativa esclusiva della magistratura, e ogni uso di sistemi automatizzati dovrà essere indicato nei provvedimenti per garantire trasparenza e tracciabilità.

In sanità e ricerca è consentito l’impiego di sistemi di IA per diagnosi, terapia e sperimentazione scientifica, ma con la necessaria supervisione medica e il parere dei comitati etici, nel rispetto della privacy e del consenso informato.

Particolare attenzione è riservata ai minori: per i bambini sotto i 14 anni l’utilizzo di strumenti che comportino il trattamento di dati personali richiede il consenso dei genitori o di chi ne esercita la responsabilità, mentre per i minori tra 14 e 18 anni è previsto un consenso informato accompagnato da informazioni chiare e comprensibili.

La legge tocca anche le professioni intellettuali, consentendo l’uso dell’IA solo come supporto all’attività umana. Restano ferme l’autonomia e la responsabilità del professionista, e le categorie saranno chiamate ad aggiornare i propri codici deontologici per garantire trasparenza e corretto impiego degli strumenti intelligenti.

Le attività legate a difesa, intelligence e ordine pubblico restano escluse dal campo di applicazione, pur nel rispetto dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali.

Responsabilità e sanzioni

La disciplina sulla responsabilità civile sarà definita nei decreti attuativi, ma la legge anticipa alcuni criteri di fondo: responsabilità oggettiva per i fornitori di sistemi ad alto rischio, responsabilità solidale tra sviluppatori, distributori e utilizzatori, e obblighi assicurativi per imprese e operatori.

In ambito penale vengono introdotte nuove fattispecie e aggravanti per reati commessi mediante IA. Tra queste, la diffusione illecita di deepfake e contenuti manipolati — punita con la reclusione da uno a cinque anni — oltre a truffe, frodi informatiche e reati finanziari aggravati dall’uso di sistemi automatizzati.

Diritto d’autore e contenuti generati da IA

La Legge 132 chiarisce che la tutela del diritto d’autore si applica solo alle opere create con un apporto creativo umano, anche se realizzate con strumenti di IA. Restano escluse le opere prodotte interamente da sistemi autonomi. Viene inoltre introdotto il reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati con IA — testi, immagini, video o audio — in coordinamento con il Digital Services Act europeo, che impone l’etichettatura dei contenuti prodotti da intelligenze artificiali.

Un passo avanti per l’Italia digitale

Con questa legge, l’Italia si colloca tra i Paesi europei più avanzati nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, cercando un equilibrio tra tutela dei diritti, sicurezza e innovazione tecnologica. L’attuazione dei decreti nei prossimi mesi sarà decisiva per tradurre questi principi in norme operative e realmente efficaci per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.

Leggi di più

30/09/2025L'importanza della cybersicurezza per le aziende: il caso di Jaguar Land Rover

Il recente attacco informatico ha costretto Jaguar Land Rover a sospendere la produzione in diversi stabilimenti nel Regno Unito e all’estero. L’attacco è stato così grave da richiedere il supporto del National Cyber Security Centre (NCSC) britannico, delle forze dell’ordine e di esperti internazionali. Nel frattempo, il governo del Regno Unito è intervenuto con un prestito garantito da 1,5 miliardi di sterline per sostenere la liquidità dell’azienda e proteggere la catena di fornitura.

Secondo quanto dichiarato, non vi sono prove del furto di dati dei clienti, ma le attività di vendita al dettaglio e la produzione hanno subito gravi interruzioni. Questo dimostra come un cyberattacco non solo colpisca l’integrità dei dati, ma possa compromettere la business continuity, ovvero la capacità di un’azienda di garantire la continuità delle proprie attività anche in presenza di eventi imprevisti.

La digitalizzazione ha reso gli stabilimenti produttivi sempre più interconnessi. Gestionali, piattaforme di supply chain e sistemi per controllare i macchinari dialogano tra loro e spesso con il cloud. Questa rete integrata permette di essere più rapidi ed efficienti, ma espone anche a rischi: un attacco in un punto della catena può bloccare l’intero sistema.

Il caso Jaguar Land Rover evidenzia l’importanza di prevenire e pianificare. Non basta avere tecnologie avanzate: servono piani di risposta agli incidenti (Incident Response Plan) testati e aggiornati, in grado di ridurre rapidamente i tempi di ripristino. La resilienza, infatti, non è solo un tema tecnico ma culturale e organizzativo. Le aziende devono diffondere la consapevolezza interna e verificare la solidità dei partner e dei fornitori.

Per le aziende, e per chi sviluppa software, significa progettare con attenzione, ridurre i punti deboli e prevedere scenari di emergenza prima che diventino problemi reali.

Cybersicurezza: un investimento strategico, non un costo

Ogni giorno di fermo produzione può generare perdite milionarie, minacciare la fiducia dei clienti e intaccare la reputazione aziendale. Per questo, le imprese devono considerare la cybersicurezza come un investimento strategico, alla pari di macchinari, ricerca o personale qualificato.

Il cyber attack a Jaguar Land Rover è un campanello di allarme per tutto il settore industriale: anche le aziende più strutturate possono fermarsi se i loro sistemi digitali non sono adeguatamente protetti. In un mondo dove la produzione dipende dal software, la sicurezza è la nuova forma di continuità operativa.

Leggi di più

23/09/2025Avviso STEP Regione Puglia: finanziamenti per tecnologie critiche e biotecnologie fino a 110 milioni

La Regione Puglia ha avviato l’Avviso Pubblico STEP (Strategic Technologies for Europe Platform), finalizzato a sostenere lo sviluppo di tecnologie critiche e biotecnologie attraverso contributi a fondo perduto.
Il programma si inserisce nell’adesione della Regione Puglia alla Piattaforma europea STEP, promossa dalla Commissione Europea per rafforzare la competitività e l’autonomia strategica dell’UE.

Possono partecipare grandi imprese, PMI, microimprese, start-up tecnologiche e aziende innnovative con contributi variabili dal 25% all’80% dell’investimento, determinati in base alla dimensione dell’azienda, alla tipologia del progetto e ad eventuali criteri premiali. Gli investimenti devono essere realizzati sul territorio regionale, sia in unità produttive già esistenti in Puglia sia in nuovi insediamenti.

 

 

Obiettivi del programma

L’avviso regionale sostiene lo sviluppo di tecnologie critiche, promuove progetti di investimento industriale e ricerca avanzata, rafforza l’ecosistema produttivo regionale e favorisce la crescita di filiere ad alto contenuto tecnologico, incrementando la competitività della Puglia nei settori strategici dell’innovazione industriale.

Progetti finanziati dal programma STEP

I progetti ammissibili sono:

  • Investimenti produttivi legati alla ricerca industriale e sviluppo sperimentale;
  • Progetti successivi a R&S già effettuata e certificabile;
  • Iniziative che migliorano significativamente lo stato dell’arte dell’investimento industriale;
  • Attività coerenti con le finalità strategiche del Regolamento europeo STEP.

Possono essere inclusi anche programmi di formazione, consulenze specialistiche e servizi accessori purché strettamente legati al piano di investimento principale.

Innovazione e potenziale economico

Il programma privilegia progetti caratterizzati da innovazione e capacità di impatto economico:

  • Novità sostanziali: soluzioni che introducono cambiamenti significativi in un settore o in un processo industriale;
  • Tecnologie emergenti: sviluppi recenti con prospettive di crescita rilevanti;
  • Tecnologie all’avanguardia: strumenti avanzati, sofisticati o in fase di sviluppo, capaci di creare o rivoluzionare mercati.

Saranno favoriti progetti “pionieristici”, in grado di generare un impatto economico significativo e aprire nuove opportunità sui mercati a livello regionale, nazionale o europeo.

Importi e soglie di accesso

  • Grandi imprese: investimenti a partire da 3 milioni di euro, fino a 110 milioni complessivi, 10 milioni destinati a R&S e 4 milioni per formazione;
  • PMI, microimprese e start-up: progetti a partire da 1 milione di euro

Come partecipare

Le domande possono essere presentate sulla piattaforma dedicata all’Avviso Pubblico, disponibile sul sito della Regione Puglia.

Leggi di più

22/09/2025Stato dell'account Amazon: come monitorare le performance e garantire la fiducia dei clienti

Le performance dell’account venditore Amazon non sono solo numeri. Rappresentano la reputazione e l’affidabilità necessarie per vendere su un marketplace che punta a essere un luogo sicuro per milioni di consumatori. Monitorare correttamente le metriche chiave presenti nella dashboard “Stato dell’account” in Seller Central – dal tasso di ordini difettosi alla puntualità delle spedizioni – è fondamentale non solo per scalare le vendite, ma anche per guadagnare la fiducia dei clienti.

Amazon verifica costantemente le performance di tutti i venditori e comunica eventuali anomalie da correggere per evitare interruzioni dell’attività, come la disattivazione di singole offerte o dell’intero account. In caso di disattivazione, il venditore ha comunque la possibilità di fare ricorso.

Gli account possono essere classificati in tre categorie: buono, a rischio o critico. Nella sezione Conformità alle politiche è presente un punteggio da 0 a 1000, che deve sempre rimanere superiore a 200.

 

In questa news analizziamo quali KPI contano davvero, come monitorarli e quali sono le best practice per mantenere sempre le performance al top.

Le tre aree chiave delle performance

Le performance dell’account Amazon si basano su tre fattori principali:

  • Performance assistenza clienti
  • Conformità alle normative
  • Performance di spedizione

Ognuna di queste aree richiede attenzione costante e una gestione proattiva per evitare impatti negativi sull’account.

Performance assistenza clienti

La performance assistenza clienti misura la capacità del venditore di offrire ai clienti una buona esperienza d’acquisto. Il parametro principale è la percentuale di ordini difettosi, che deve essere mantenuta inferiore all’1% nell’arco di 60 giorni.

Gli ordini difettosi possono derivare da tre situazioni principali:

Feedback negativo

Un feedback negativo corrisponde a un rating di due stelle o meno. Questi feedback rappresentano segnali importanti sulle aree che necessitano miglioramento, prima che possano avere impatti negativi sulla reputazione del venditore. In caso di feedback negativo, è consigliabile contattare il cliente per risolvere la questione. Una volta trovata una soluzione, è possibile richiedere ad Amazon la rimozione del feedback entro 60 giorni. Se il commento non è pertinente, ad esempio riguarda il prodotto e non il venditore, è possibile chiedere la rimozione direttamente ad Amazon. È importante ricordare che non è consentito offrire sconti o vantaggi ai clienti in cambio della rimozione del feedback.

Reclamo dalla Garanzia A-Z

La Garanzia dalla A alla Z tutela l’acquirente, che può rivolgersi ad Amazon per risolvere eventuali controversie con il venditore, come ordini non ricevuti, resi o prodotti diversi da quelli ordinati. Questi reclami incidono direttamente sulla percentuale di ordini difettosi. Per prevenirli, è fondamentale:

  • utilizzare immagini e descrizioni chiare e dettagliate dei prodotti;
  • confermare le spedizioni su Seller Central subito dopo averle effettuate, e prima della data prevista;
  • mantenere l’inventario aggiornato e cancellare ordini non disponibili, avvisando sempre il cliente;
  • rispondere alle richieste dei clienti entro 24 ore.

Adottare un approccio proattivo, valorizzando i feedback positivi e gestendo con rapidità quelli negativi, è fondamentale per evitare conflitti e costruire fiducia.

Contestazioni di transazione (chargeback)

Un chargeback si verifica quando l’importo di un ordine viene rimborsato a causa di una controversia o di un uso non autorizzato della carta di credito. Questo tipo di segnalazione può derivare da diverse cause, tra cui mancata ricezione del prodotto o reso non autorizzato. Per ridurre il rischio di chargeback, è essenziale spedire i prodotti con cura, utilizzare un imballaggio adeguato e affidarsi a spedizioni tracciabili.

Conformità alle normative

La sezione Conformità alle politiche riguarda aspetti come la proprietà intellettuale, l’autenticità dei prodotti e la loro condizione. Amazon mette a disposizione pagine di aiuto sulle normative, ma trattandosi di linee guida generiche, è spesso consigliabile farsi supportare da un professionista.

In caso di violazioni, il venditore riceve una notifica da Amazon e deve rispondere quanto prima. È possibile inviare un ricorso allegando tutti i documenti utili, come fatture e certificazioni, per dimostrare la conformità dei propri prodotti.

Performance di spedizione

La performance di spedizione si misura attraverso diverse metriche fondamentali:

  • Percentuale di spedizioni in ritardo: ogni spedizione deve essere confermata su Seller Central. Se non confermata, sarà considerata in ritardo;
  • percentuale di annullamenti precedenti la spedizione: riguarda gli ordini annullati dai partner di vendita entro 7 giorni; non sono considerati gli annullamenti da parte del cliente o ordini in sospeso;
  • percentuale di spedizioni tracciabili: la quota di pacchi con numero di tracciamento valido negli ultimi 30 giorni; gli audiolibri sono esclusi.

Per mantenere le performance di spedizione ai livelli richiesti, è consigliabile collaborare con corrieri che forniscano tracciabilità immediata ad Amazon, oppure utilizzare le spedizioni Amazon o partner affiliati.

Obiettivi da rispettare:

  • Percentuale di spedizioni in ritardo inferiore al 4%;
  • percentuale di annullamenti antecedenti la spedizione inferiore al 2,5%;
  • percentuale di spedizioni tracciabili superiore al 95%.

Programma Garanzia Stato dell’Account

Amazon premia i venditori più diligenti e rispettosi delle sue politiche. I venditori professionali con alte performance dell’account e una valutazione pari o superiore a 250 punti per almeno 6 mesi possono accedere al Programma Garanzia Stato dell’Account.

Grazie a questo programma, in caso di violazioni che normalmente comporterebbero la disattivazione dell’account, l’account non viene bloccato se il venditore si impegna a collaborare con Amazon per risolvere eventuali problemi entro 72 ore dal contatto.

Questo strumento consente ai venditori affidabili di continuare le proprie attività senza interruzioni, premiando la proattività nella gestione dell’account e il rispetto delle policy Amazon.

Consigli pratici per migliorare lo Stato dell’Account Amazon

Oltre al rispetto delle policy e al monitoraggio delle metriche, ci sono alcune azioni concrete che ogni venditore può adottare per mantenere alte le performance e prevenire problemi.

1. Analizza i motivi degli ordini difettosi

Non fermarti al numero: guarda quale causa ricorre di più (feedback negativo, reclami A-Z, chargeback).

  • Se il problema è “prodotto danneggiato in spedizione”, probabilmente serve migliorare il packaging;
  • se invece ricevi lamentele su descrizioni non chiare, rivedi testi e immagini delle schede prodotto.

2. Investi in un packaging adeguato

Un imballaggio solido riduce resi e contestazioni.

  • usa materiali che proteggano da urti e umidità;
  • testa tu stesso il pacco simulando la consegna;
  • ricorda che un imballaggio curato migliora anche la percezione del brand.

3. Preparati ai periodi di picco

Natale, Black Friday e saldi generano volumi molto alti. Per non rischiare ritardi e reclami:

  • verifica le scorte con largo anticipo;
  • controlla tempi e affidabilità dei fornitori;
  • comunica chiaramente eventuali tempistiche più lunghe ai clienti.

4. Gestisci rapidamente feedback negativi e reclami

Ogni ora conta: più aspetti, più aumenta il rischio di escalation.

  • Contatta subito il cliente per offrire una soluzione;
  • se risolvi, chiedi con garbo la rimozione del feedback (nei limiti delle policy);
  • documenta sempre le azioni intraprese: ti servirà anche per eventuali ricorsi con Amazon.



Migliora subito il tuo account con la nostra consulenza Amazon
Se il tuo account presenta avvisi o rischi di sospensione, non aspettare: con la consulenza Amazon di Intempra analizziamo le tue performance, correggiamo le criticità e costruiamo insieme una strategia di crescita sicura e duratura.

Richiedi la tua consulenza Amazon

 

 

Leggi di più

10/09/2025Fondi europei per l'innovazione: opportunità per Startup e PMI

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha rafforzato il proprio sostegno a ricerca, sviluppo e innovazione. Horizon Europe, con un budget di 95 miliardi di euro, sostiene università, imprese e PMI che investono in progetti tecnologici, scientifici e nuovi modelli di business.

Nel 2025, le opportunità di finanziamento per startup e PMI sono molte, ma richiedono preparazione, competenze specifiche e una strategia chiara.

Il ruolo delle PMI nell’economia europea

Le piccole e medie imprese rappresentano il cuore dell’economia europea, contribuendo alla crescita, all’occupazione e all’innovazione. Partecipare ai bandi permette loro di: ottenere finanziamenti a fondo perduto, entrare in reti internazionali e collaborare con partner europei, rafforzare competitività e capacità innovativa.

 

 

EIC Accelerator

Tra i diversi programmi messi a disposizione, l’EIC Accelerator supporta progetti con alto contenuto tecnologico già testati in contesti industriali (TRL 5). Offre un pacchetto completo di supporto:

  • finanziamenti a fondo perduto fino a 2,5 milioni di euro,
  • investimenti in equity fino a 15 milioni tramite l’EIC Fund,
  • mentoring, coaching e accesso a reti europee di business.

Come funziona l’EIC Accelerator

Startup e PMI possono candidarsi all’EIC Accelerator individualmente oppure insieme ad altri partner. L’accesso ai fondi, però, è estremamente competitivo: non basta avere una buona idea, serve un progetto con caratteristiche ben precise.
I requisiti principali sono:

  • Un livello di innovazione realmente dirompente
  • Un chiaro potenziale di mercato
  • Una roadmap credibile per la crescita e scalabilità.

Le candidature si aprono più volte l’anno e il percorso prevede tre passaggi: short proposal, full proposal e pitch finale, con un tasso di approvazione di circa il 5%.

La situazione in Italia

I risultati italiani sono inferiori rispetto ad altri Paesi, come Francia e Germania, a causa di difficoltà nella scrittura di progetti competitivi, frammentazione del supporto e mancanza di una regia nazionale. Alcune regioni hanno introdotto consulenze, programmi di pre-incubazione e percorsi formativi per aumentare la competitività delle PMI nei bandi europei.

Altri fondi europei

Oltre a Horizon Europe e all’EIC Accelerator, esistono altri strumenti dedicati alle PMI:

  • COSME: supporta l’espansione internazionale e la competitività delle PMI;
  • InvestEU: facilita l’accesso al credito e agli investimenti tramite prestiti, co-finanziamenti e equity;
  • LIFE Programme: sostiene progetti green e sostenibili, coprendo fino al 60% dei costi;
  • Digital Europe Programme: favorisce l’adozione di tecnologie digitali avanzate, dall’intelligenza artificiale al cloud computing;
  • Eurostars: promuove collaborazioni internazionali in ricerca e sviluppo, con finanziamenti fino a 500.000 euro;
  • EU4Health: incentiva l’innovazione nel settore sanitario e migliora l’accesso ai servizi per i cittadini.

Preparazione e strategia

Per partecipare con successo ai bandi europei è fondamentale:

  • identificare il programma più adatto,
  • redigere un progetto chiaro e coerente con gli obiettivi del bando,
  • costruire partnership con imprese o enti europei,
  • rispettare requisiti e scadenze nella presentazione della domanda.

Uno sguardo al futuro

I fondi europei non sono solo un sostegno economico: permettono di entrare in reti internazionali, favorire l’innovazione e rafforzare la competitività globale. Considerarli come parte integrante della strategia aziendale è fondamentale per colmare il divario con altri Paesi e rafforzare le PMI italiane.

Leggi di più

05/09/2025Casaleggio Associati: la classifica e-commerce Italia luglio 2025 tra marketplace globali e Made in Italy

L’e-commerce italiano continua a crescere e a trasformarsi. L’ultimo aggiornamento della Classifica Ecommerce Italia di Casaleggio Associati, datato luglio 2025 fa il quadro sui siti ecommerce più popolari registra 11.581 aziende attive, con Amazon che consolida il primato e Temu che si conferma come il rivale più temibile.

Al vertice della Top 100 restano saldi Amazon e Temu, mentre Booking.com guadagna terreno e sale al terzo posto, davanti a Subito ed eBay. Seguono Leroy Merlin, Apple Store, TicketOne, Trenitalia e Decathlon.
Rispetto all’ultimo aggiornamento, le posizioni invariate di Amazon, Temu, Leroy Merlin, Apple Store e Decathlon confermano la stabilità dei big, mentre gli spostamenti nel turismo e nel tempo libero mostrano un mercato in rapido movimento.

Marketplace globali: la sfida Temu–Amazon

Se Amazon domina da anni, il suo primato è messo in discussione dall’ascesa di Temu, che ha scalzato player storici come eBay e Subito. La piattaforma cinese low cost conquista rapidamente il pubblico italiano, segno di una domanda sempre più orientata a prezzo e convenienza.

Aziende in forte crescita nella Top 100

AziendaSettorePosizioni guadagnate
LG Elettronica +51
Conad Marketplace +45
Trenord Turismo +34
Traghettilines Turismo +28
Alpitour Turismo +26
Libraccio Editoria +22
Nintendo Elettronica +19
Trip.com Turismo +17
The Space Cinema Tempo Libero +17
Lastminute.com Turismo +17

Elettronica e intrattenimento

Tra le aziende che hanno guadagnato più posizioni emerge: LG (+51). Il marchio di elettronica di consumo guida la corsa a fronte del più modesto incremento del player dell’intrattenimento Nintendo (+19).

Turismo digitale in crescita

Il settore viaggi si conferma tra i più dinamici:

  • Trenord +34
  • Traghettilines +28
  • Alpitour +26
  • Trip.com +17
  • Lastminute.com +17

La digitalizzazione del turismo – dalla biglietteria online ai pacchetti esperienziali – sta ridisegnando le abitudini dei viaggiatori italiani.

Made in Italy: presidio e opportunità

Alcuni comparti restano fortemente italiani: Farmacie (99%), Alimentare (95%), Editoria (92%), dove la filiera nazionale mantiene un solido presidio grazie a normative, fiducia dei consumatori e valore culturale.

Il Made in Italy digitale può crescere anche in settori come moda e arredamento, portando online la stessa percezione di qualità e design del prodotto fisico.

Nel turismo, gli operatori italiani hanno l’opportunità di valorizzare il brand Paese, offrendo servizi digitali su misura e competendo con i colossi globali.

Il contesto: un mercato da 85 miliardi

Secondo il report annuale di Casaleggio Associati, l’ecommerce in Italia ha raggiunto 85,4 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 6% sull’anno precedente.

  • I settori più dinamici:
  • Scommesse e Casinò +31%
  • Auto e Moto +25%
  • Assicurazioni +17%
  • Moda +16%

Le aziende puntano a incrementare il fatturato, rafforzare la brand awareness e fidelizzare i clienti, investendo in intelligenza artificiale, automazione del customer service, live shopping e sostenibilità.

L’e-commerce italiano in numeri (2024)

  • Valore complessivo: 85,4 miliardi € (+6%)
  • Settori più dinamici: +31% Scommesse, +25% Auto e Moto, +17% Assicurazioni, +16% Moda
  • Indice di italianità: 99% Farmacie, 95% Alimentare, 92% Editoria

Leggi di più

04/09/2025Ecommerce 2025: trend e settori in crescita tra salute, benessere e prodotti per la casa

Secondo l'Osservatorio Trovaprezzi.it, il comparatore di prezzi leader in Italia, il 2025 rappresenta un punto di svolta per l’ecommerce in Italia. Dopo anni in cui smartphone, notebook e grandi elettrodomestici hanno trainato il mercato, stiamo assistendo a un netto cambio di direzione: il digitale non è più soltanto “tech” ma si apre a nuovi settori. Oggi il carrello online degli italiani è sempre più ricco di prodotti legati alla salute, al benessere e alla vita quotidiana.

I nuovi protagonisti: i settori in crescita

Gli integratori e i prodotti per la salute dominano le ricerche online, con incrementi significativi che testimoniano una maggiore attenzione alla cura di sé e alla qualità della vita. Allo stesso tempo, stanno emergendo con forza nuove categorie come accessori e ricambi auto, caffè e tè, segnando il consolidamento del food & beverage nel digitale. E ancora articoli ortopedici, ferramenta e prodotti d’arredamento per la casa: dati che raccontano di un consumatore più pratico, che cerca online soluzioni per la propria quotidianità e non solo per la tecnologia.

Settori in calo

Come detto in precedenza, la parte “storica” dell’ecommerce, legata alla tecnologia ed elettrodomestici, mostra, invece, un rallentamento. Smartphone, frigoriferi, lavatrici, aspirapolveri registrano cali significativi. Non si tratta di una crisi, ma di un segnale di maturità: i cicli di sostituzione si allungano e il consumatore preferisce destinare la spesa in altri ambiti.

Il nuovo profilo del consumatore online

Chi compra online oggi non è più solo un appassionato di tecnologia, ma un consumatore più consapevole, informato, maturo e attento al valore piuttosto che al brand. le fasce centrali di età (35-54 anni) sono quelle più attive, con una solida disponibilità economica e abituato ad informarsi e confrontare prima di acquistare. Non cerca solo il prezzo più basso, ma valuta qualità, affidabilità e impatto sulla propria vita.
Anche a livello geografico il quadro resta stabile: Lombardia, Lazio e Campania guidano le ricerche, ma con segnali di crescita anche al Sud.

Opportunità per le aziende

Questo scenario mostra un ecommerce che sta diventando sempre più orizzontale e diversificato, meno legato alle mode tecnologiche e più attento ai bisogni reali delle persone. Per le imprese significa che non basta avere un ecommerce “vetrina”: serve proporre un’esperienza personalizzata che sappia intercettare e soddisfare un consumatore evoluto, offrendo non solo prodotti ma anche valore, contenuti e servizi per costruire fiducia e fidelizzazione.

Se anche tu vuoi far crescere il tuo business online e intercettare le nuove abitudini dei consumatori, Intmpra.com è al tuo fianco per la progettazione di un e-commerce su misura, pronto per il futuro.

Contattaci!

 

   

 

 

Leggi di più

07/08/2025Chiusura per ferie

Anche noi ci concediamo una pausa!
Intempra.com sarà chiusa per ferie dall’11 al 22 agosto.

Torneremo operativi da lunedì 25 agosto, pronti a ripartire!

Durante la chiusura, per segnalare urgenze che compromettono il funzionamento di sistemi, vi invitiamo a scrivere a supporto@intempra.com, inserendo URGENTE nell’oggetto della mail.

Vi chiediamo di evitare messaggi personali al nostro staff, per non rischiare che vadano persi durante la pausa.

Buone vacanze da parte di tutto il team di Intempra.com!

Leggi di più

07/08/2025Auto usate su Amazon USA: una nuova opportunità di business

Dopo il debutto nella vendita di auto nuove nel dicembre 2024, Amazon compie un nuovo passo strategico: Amazon Autos include ora anche auto usate e “certified pre-owend” (CPO), ampliando le opportunità di business per le concessionarie negli Stati Uniti. Ora anche SUV, berline, pick-up ed elettriche di seconda mano sono acquistabili direttamente online.

Il lancio: da Los Angeles al resto degli Stati Uniti

Il progetto parte in modalità beta da Los Angeles, ma l’espansione è già programmata: oltre 130 città statunitensi saranno coinvolte nei prossimi mesi. A differenza della prima fase dedicata esclusivamente a modelli Hyundai, oggi anche concessionarie di altri marchi possono caricare e vendere le proprie auto usate sul portale.
L’obiettivo è quello di digitalizzare e semplificare l’intera esperienza di acquisto, mantenendo il concessionario al centro del processo, ma integrandolo in un flusso e-commerce familiare agli utenti Amazon.

 

Come funziona l’acquisto su Amazon Autos?

Navigazione avanzata: l’acquirente può filtrare l’offerta per tipo veicolo (SUV, elettrica, ibrida, coupè ecc) e categoria (nuova, usata o CPO).

Esperienza completamente digitale: dalla selezione del veicolo al finanziamento e pagamento, tutto avviene online. Il cliente si reca in concessionaria solo per il test drive e il ritiro.

Trasparenza totale da rispettare:

  • Prezzo fisso e trasparente, senza trattative
  • Report storico completo sul veicolo (incidenti, manutenzioni e richiami)
  • Garanzia minima di 30 giorni o 1.600 Km (equivalente a 1.00 miglia)
  • Diritto di recesso di 3 giorni o 500 Km (in base a cosa viene raggiunto per primo)

Permuta del vecchio veicolo: Amazon consente la valutazione del proprio usato tramite partner terzo certificato, facilitando la rottamazione o permuta del veicolo

Opzioni finanziare e assicurative: il processo include l’accesso a prodotti assicurativi, finanziamenti e leasing, in collaborazione con partner convenzionati.

Un’opportunità per le concessionarie

Amazon non adotta un modello di vendita diretta: il ruolo delle concessionarie resta centrale. La piattaforma funge da vetrina e gestore del flusso digitale, ma la transazione si conclude sempre con il dealer, che gestisce il ritiro del veicolo e il rapporto con il cliente finale.

Secondo Fan Jin, responsabile globale di Amazon Autos, l’attenzione è focalizzata su qualità, trasparenza e affidabilità, elementi essenziali per aumentare la fiducia nel mercato dell’usato, da sempre percepito come complesso.

Per chi opera nel mondo Amazon – o lo vuole fare – è un segnale importante: anche in settori ad alta complessità logistica, la piattaforma punta su integrazione, esperienza utente e trasparenza.

Verifica e compliance

Tutti i concessionari presenti su Amazon Autos devono superare un processo di verifica e accreditamento. I veicoli CPO sono sottoposti a controlli standardizzati secondo le linee guida dei costruttori. Amazon applica regole uniformi su garanzie e politiche di reso, per garantire coerenza e tutela all’acquirente.

Il sistema incorpora strumenti di sicurezza già visti su altre piattaforme automotive digitali, come Alibaba e eBay Motors.

Amazon Autos, per il momento, è attivo solo negli Stati Uniti, ma il potenziale per un’estensione in Europa è concreto, considerando le dimensioni del mercato.
L’ingresso di Amazon nel settore dell’usato segna un’evoluzione strategica, combinando l’efficienza dell’e-commerce con la rete retail esistente.

Per i concessionari e i venditori professionali, questo modello rappresenta un segnale chiaro: Amazon continua a verticalizzare e aprirsi a nuovi settori ad alto valore.

Leggi di più

05/08/2025Bando Voucher Doppia Transizione "Digitale ed Ecologica" - Anno 2025

 

Contributi a fondo perduto per la digitalizzazione e la transizione green delle imprese.

Domande dall’8 settembre all’8 ottobre 2025.

La Camera di Commercio di Bari, attraverso il progetto Punto Impresa Digitale (PID), promuove il Bando Voucher Doppia Transizione “Digitale ed Ecologica” – Anno 2025, rivolto alle Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) di tutti i settori economici, comprese quelle del commercio, artigianato, servizi e agricoltura.

L’obiettivo è supportare le imprese nei processi di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, in linea con il Piano Transizione 4.0 e le politiche europee per la transizione ecologica.

 


Il bando si articola in due misure:

  • Misura A – Transizione Digitale: sostiene l’adozione di tecnologie digitali avanzate, soluzioni 4.0 e lo sviluppo di competenze digitali.
  • Misura B – Transizione Ecologica: finanzia progetti di efficientamento energetico, utilizzo di Fonti di Energia Rinnovabile (FER) e adesione a Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).


Contributi e spese ammissibili


La dotazione finanziaria complessiva è pari a 850.000 euro, così ripartita:

  • 750.000 euro per la Misura A
  • 100.000 euro per la Misura B

Il contributo, a fondo perduto, copre il 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di:

  • 8.000 euro per la Misura A, su un investimento minimo di 4.000 euro (IVA esclusa)
  • 5.000 euro per la Misura B, su un investimento minimo di 2.500 euro (IVA esclusa)

Sono ammesse, tra le altre, le seguenti spese: consulenze specialistiche, acquisto di software e hardware, formazione del personale, impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, audit energetici e adesione a comunità energetiche.

Sono previste premialità per le imprese in possesso del rating di legalità o che partecipano ad altre iniziative camerali indicate nel bando.

Scadenze e modalità di presentazione

Le domande possono essere presentate esclusivamente online, accedendo alla sezione “Contributi alle Imprese” del portale della Camera di Commercio di Bari, dalle ore 9:00 dell’8 settembre 2025 fino alle ore 12:00 dell’8 ottobre 2025.  Per consultare la documentazione completa, verificare i requisiti di ammissibilità e scaricare la modulistica, è possibile visitare il sito ufficiale della Camera di Commercio di Bari:

www.ba.camcom.it – Bando Voucher Doppia Transizione 2025

Per assistenza nella compilazione della domanda, è attivo lo sportello PID presso la Camera di Commercio

Leggi di più

23/07/2025Lavoro e IA: professioni a rischio o in crescita

 

L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia del futuro: sta già modificando in modo sostanziale il modo in cui le imprese generano valore, gestiscono le risorse e organizzano il lavoro. Secondo il rapporto Censis-Confcooperative, entro il 2035 in Italia ben 15 milioni di lavoratori saranno esposti agli effetti dell’IA: per i 6 milioni rischiano la sostituzione, mentre altri 9 milioni potranno integrate i sistemi intelligenti nelle proprie attività quotidiane.

Un cambio di paradigma che è già in corso e rappresenta tanto una sfida quanto un’opportunità. Ma cosa significa, concretamente, per le imprese?

 

 

 

Lavori a rischio automazione

I ruoli più a rischio sono quelli basati su attività ripetitive, analisi tecniche e procedure standardizzate, che possono essere facilmente convertite in istruzioni per un sistema automatizzato. Tra queste figurano:

  • Contabili
  • Tecnici finanziari
  • Statistici
  • Esperti in controllo di gestione
  • Periti assicurativi, valutatori di rischio
  • Economi, tesorieri, ruoli di back office

Si tratta spesso di ruoli centrali nelle aziende, che rischiano però di essere rimpiazzati da software e sistemi IA capaci di svolgere compiti complessi in tempi ridotti. Le aziende sono chiamate a identificare le attività automatizzabili, investire nella riqualificazione delle risorse interne e introdurre nuove competenze in linea con le tecnologie emergenti.

Le figure professionali che integreranno l’IA

Non tutti i ruoli sono destinati a sparire. Al contrario, molte professioni potranno evolversi e trarre vantaggio dalle nuove tecnologie. Tra queste:

  • Dirigenti amministrativi e finanziari
  • Responsabili HR
  • Avvocati e notai
  • Magistrati
  • Psicologi e consulenti

In questi casi, l’IA potrà potenziare la produttività, l’analisi e la decisione ma non sostituire il valore del pensiero critico, della strategia e delle relazioni umane.

Formazione e gender gap: chi è più esposto

Un aspetto significativo è la correlazione tra grado di istruzione e impatto dell’IA: maggiore è il titolo di studio, più alta è l’esposizione alle trasformazioni tecnologiche. Tra i lavoratori maggiormente esposti all’automazione, il 54% possiede un diploma, mentre il 33% ha conseguito un titolo universitario. Al contrario, chi potrà usare l’IA a complemento delle proprie mansioni è per il 59% laureato e per il 29% diplomato.

Le lavoratrici sono coinvolte in misura maggiore (54%), in quanto più frequentemente impiegate in professioni intellettuali soggette a un elevato potenziale di automazione.

Per le imprese questo significa: investire nella formazione continua è fondamentale, sia per riqualificare chi è a rischio, sia per valorizzare chi può guidare il cambiamento.

Adozione dell’IA in Italia

Nonostante le opportunità offerte, soltanto l’8,2% delle imprese italiane ha adottato attivamente soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, a fronte del 3,5% nella media UE e del 19,7% in Germania. Uno dei principali ostacoli all’innovazione in Italia è la forte presenza di micro e piccole aziende, spesso sprovviste delle risorse o delle competenze necessarie per affrontare il cambiamento tecnologico.

Anche nel campo della ricerca e sviluppo, l’Italia destina solo l’1,33% del PIL, ben al di sotto della media europea che si attesta al 2,33%. Un divario che pesa in termini di competitività internazionale.

L’obiettivo dell’Unione Europea è arrivare, entro il 2030, a una quota del 3% del PIL destinata a ricerca e sviluppo. Un traguardo che la Germania ha già superato, investendo il 3,15%, mentre la Francia, con il suo 2,18%, è avanti rispetto ad altri Paesi, ma ancora distante dal target europeo.

IA e produttività: un’occasione concreta per le aziende

L’intelligenza artificiale non è solo una minaccia. Se adottata strategicamente, può generare fino a 38 miliardi di euro di crescita del PIL nei prossimi 10 anni, pari a un aumento dell’1,8%.
Secondo un’indagine di Censis e Confcooperative, tra il 20% e il 25% dei lavoratori italiani utilizza strumenti di intelligenza artificiale per attività quotidiane come scrivere mail, messaggi, report o curriculum. L’adozione è maggiore tra i giovani (18-34 anni), segno di un cambiamento generazionale nelle competenze digitali. Un impiego strategico e mirato dell’intelligenza artificiale può trasformarsi in un fattore di vantaggio competitivo, migliorando efficienza operativa e capacità innovativa.

2030: un lavoratore su quattro sarà affiancato da una macchina

Secondo le previsioni, entro il 2030 circa il 27% delle ore lavorate in Europa sarà automatizzato. I settori più esposti saranno:

  • Ristorazione (37%)
  • Back office (36,6%)
  • Produzione industriale (36%)

Sanità e ruoli manageriali saranno invece tra i meno impattati dall’automazione.

L’IA come scelta strategica

Per le imprese italiane, il vero tema non è se adottare l’IA, ma come farlo nel modo giusto. Le aziende più strutturate stanno già investendo: nel biennio 2025–2026, il 19,5% prevede di destinare budget a tecnologie legate all’IA (55% nel settore ICT). Le piccole e medie imprese, tuttavia, corrono il rischio di non tenere il passo con l’adozione tecnologica.

Come ha affermato il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini:
“La persona deve tornare al centro del modello produttivo. L’intelligenza artificiale deve essere al servizio del lavoro, non il contrario.”

Leggi di più

22/07/2025Essere presenti su Amazon come produttore: opportunità, obiezioni e strategie

Sempre più aziende si chiedono se essere presenti su Amazon come produttore titolare del marchio sia oggi una strada da percorrere. La domanda è più che legittima, soprattutto per chi ha costruito nel tempo una rete di vendita tradizionale fatta di agenti, rivenditori e distributori.

In un contesto commerciale in cui la quota di acquisti online è in continua crescita, restare fuori da Amazon significa di fatto rinunciare a visibilità, controllo del proprio marchio sul canale e nuove opportunità di fatturato. Eppure, le resistenze da parte dei produttori – soprattutto di quelli con marchio proprio – sono ancora forti.

Le principali obiezioni dei produttori verso Amazon

Nel nostro lavoro quotidiano di consulenza, sentiamo spesso queste motivazioni da parte dei produttori che scelgono di non entrare (ancora) su Amazon:

 

  • Paura che la presenza online “cannibalizzi” i canali tradizionali, danneggiando la relazione con i rivenditori;
  • Timore di esporsi in prima persona, con gestione diretta di ordini, resi e servizio clienti;
  • Diffidenza verso le regole del marketplace, considerate rigide o penalizzanti;
  • Preoccupazioni legate al posizionamento del brand, soprattutto per chi opera nel segmento medio-alto;
  • Percezione che Amazon riduca i margini, tra commissioni, pubblicità e costi logistici;
  • Incertezza nella gestione della logistica e dell’operatività quotidiana, spesso considerata troppo impegnativa.

Perché oggi un produttore non può ignorare Amazon

I Numeri parlano chiaramente (nel 2023 Amazon dichiarava ufficialmente 181 milioni di clienti attivi in tutta Europa, di questi 60 milioni in Germania e 38 milioni solo in Italia, acquistano mensilmente sulla piattaforma.

Anche per quelle imprese che operano sul mercato con un ottimo presidio, una valida organizzazione commerciale ed una struttura di punti vendita gestiti da una eccellente rete di vendita tradizionale, esiste una fascia di mercato, definibile in “nuovi consumatori digitali” che di fatto non esiste sui canali tradizionali, in quanto acquista esclusivamente online. E’ una fascia di mercato in costante crescita, per cui non essere presenti sul canale Amazon equivale a lasciare spazio a venditori terzi, non controllabili e tantomeno gestibili, che operano con:

  • Schede prodotto non aggiornate;
  • Prezzi incoerenti;
  • Foto e descrizioni errate;
  • Politiche di vendita non autorizzate.

Presidiare Amazon direttamente significa in primis riappropriarsi del controllo sul proprio marchio online, evitando che altri ne compromettano immagine e posizionamento. Immediatamente dopo significa offrire il proprio prodotto online, sotto l’egida di un servizio qualificato, che ovviamente richiede strategie e politiche di vendita dedicate, che non si pongano in concorrenza con i canali di vendita tradizionali.

Come vendere su Amazon senza danneggiare il canale tradizionale

La buona notizia è che Amazon non è una scelta tutto o niente. Esistono strategie selettive e graduali che permettono ai produttori di approcciarsi in modo intelligente e controllato:

  • Presidiare il canale in prima persona, curando la comunicazione sul prodotto e gestendo il Mark up con i marchi concorrenti, evitando vendite indirette ed incontrollate da parte di terzi;
  • Definire listini e posizionamenti separati, con politiche di prezzo pensate appositamente per il canale online, in modo da tutelare il mercato tradizionale;
  • Selezionare accuratamente la gamma prodotti presente su Amazon, privilegiando un prodotto di qualità, presentando l’estensione della gamma o selezionando specifici prodotti per distinguerli dalle referenze distribuite attraverso i canali tradizionali;
  • E’ anche possibile, promuovere lo sviluppo di marchi alternativi o private label, per puntare alle nuove tipologie di consumatore digitale ed evitare conflitti con i rivenditori tradizionali.

I Vantaggi concreti per i produttori che si collocano su Amazon

Per un produttore che vanta una vasta gamma di prodotti, disponibile a magazzino in pronta consegna, ed un’ottima capacità di gestione, Amazon può rappresentare un canale strategico con vantaggi chiari:

  • Espansione di mercato su un nuovo canale non presidiato, con accesso immediato a milioni di clienti in Italia e in Europa;
  • Controllo della comunicazione e del posizionamento del brand sui concorrenti grazie all’Amazon Brand Registry (contenuti, immagini, titoli, venditori autorizzati);
  • Espansione internazionale, possibile anche senza filiali o strutture locali;
  • Aumento del fatturato, amplificato dal feedback che nasce dal rapporto diretto dei consumatori;
  • Accesso a dati e analisi su andamento del proprio mercato di riferimento: prezzi e performance di tutti i seller, analisi delle tendenze, studio delle conversioni e comportamento d’acquisto degli utenti;
  • Accesso ad esclusivi ed efficaci strumenti di marketing dedicati esclusivamente alle imprese titolari del Marchio, come Amazon Ads, contenuti A+, Store brandizzato;
  • Accesso ad una Logistica semplificata con FBA, che permette di offrire un servizio al cliente di elevato valore aggiunto, grazie alle spedizioni rapide del servizio Amazon Prime, affidando ad Amazon tutta la gestione di magazzino, spedizioni e resi.

In ultimo, ma non per questo meno importante, la presenza, la visibilità del Marchio in un canale e nei confronti di un segmento di clientela sempre più importante e qualificato.

Vendere su Amazon è una scelta strategica, non solo tecnica

Essere presenti su Amazon non significa svendere il proprio brand o perdere il controllo della distribuzione, ma piuttosto scegliere di presidiare un canale importante in cui è già presente una clientela qualificata che già cerca, e acquista con soddisfazione i tuoi prodotti.

Con una strategia ben definita, supportato da professionisti del canale, un produttore può:

  • Mantenere equilibrio con la rete vendita tradizionale;
  • Rafforzare la propria presenza digitale;
  • Controllare la percezione del marchio;
  • Aprire nuove fonti di fatturato sostenibile.

Approfondire per scegliere con consapevolezza

Se stai valutando l’ingresso su Amazon come produttore, può essere utile approfondire alcuni temi specifici:

  • Come evitare conflitti con rivenditori e distributori tradizionali;
  • Come proteggere il proprio marchio su Amazon da venditori non autorizzati;
  • Come calcolare la reale marginalità su Amazon rispetto ai canali B2B;
  • Come usare Amazon come canale complementare all’ecommerce aziendale;
  • Come testare la vendita in Europa con un approccio graduale.


Vuoi posizionare il tuo brand su Amazon in modo strategico, senza danneggiare i canali esistenti?

Contattaci con la nostra consulenza ti aiuteremo a costruire un piano personalizzato, concreto e sostenibile.

Contattaci!

 

   

 

 

Leggi di più

Cookies Settings