Nel panorama digitale in continua espansione, l’Unione Europea lancia un pacchetto di regole per regolamentare e controllare i servizi digitali. Con l’entrata in vigore del Digital Service Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA), le piattaforme online e i colossi tecnologici si trovano ad affrontare nuovi obblighi e restrizioni dirette a garantire maggiore sicurezza, tutela e trasparenza nell’ambiente virtuale.
Il principio guida del DSA è ciò che è illegale offline deve esserlo online. Il regolamento si applica a una vasta gamma di servizi digitali come i marketplace, social network, piattaforme di condivisione dei contenuti, app store e molti altri per garantire il corretto funzionamento del mercato interno.
La finalità principali riguardano la protezione dei diritti del consumatore, la lotta alla diffusione di contenuti illegali e alla disinformazione online, la promozione dell’innovazione e della competitività e la creazione di un ambiente digitale sicuro e affidabile. Un punto di particolare rilevanza è dato alla tutela dei bambini e giovani utenti e delle pubblicità ingannevoli a loro rivolte.
Le piattaforme digitali, dunque, sono tenute a facilitare il processo di segnalazione dei contenuti illeciti, i bot e le notizie false, con particolare attenzione alle segnalazioni provenienti da fonti autorevoli e a fornire maggiore trasparenza delle condizioni di servizio. I marketplace, invece, sono tenuti a tracciare i venditori al fine di limitare le frodi. Anche gli algoritmi di ricerca dovranno essere resi più trasparenti, consentendo agli utenti di scegliere tra le alternative.
La violazione di tali norme implica sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino al 6% del loro fatturato globale fino al divieto di svolgere l’attività nell’Unione Europea. Inoltre, le aziende saranno soggette a periodici controlli indipendenti, oltre ad essere strettamente monitorate dall’Unione Europea.
Il Digital Markets Act (DMA), invece, mira a ristabilire la concorrenza nei mercati digitali e proteggere gli interessi degli utenti finali e delle imprese più piccole, mitigando il potere delle grandi piattaforme online. La Commissione europea ha designato come “gatekeeper”, tutte quelle piattaforme che svolgono un ruolo cruciale nel collegare imprese e consumatori attraverso i servizi base delle piattaforme (Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft).
Questi sei gatekeeper avranno da ora sei mesi di tempo per garantire la piena conformità ai requisiti del DMA per ciascuno dei loro servizi principali designati. Alcuni obblighi, come l’informare la Commissione di future acquisizioni. Spetta alle aziende designate dimostrare la loro conformità e presentare una relazione dettagliata.
I principali obblighi previsti dal DMA imposti ai gatekeeper, prevedono:
- la semplificazione del processo di cancellazione dai servizi base
- la garanzia dell’interoperabilità nella messaggistica istantanea
- la concessione all’accesso ai dati di marketing e performance pubblicitaria agli utenti commerciali
- la comunicazione alla Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni
Le aziende non potranno più favorire i propri prodotti o servizi rispetto agli altri (auto-preferenziazione) e non potranno preinstallare applicazioni o software che non possono essere facilmente disinstallati dagli utenti. Inoltre, i software importanti come i browser web non potranno più essere preinstallati su un sistema operativo. Gli sviluppatori potranno utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti per la vendita di app e i dati privati raccolti durante un servizio non potranno essere utilizzati per altri scopi.
La Commissione europea monitorerà l'attuazione e il rispetto di questi obblighi imponendo multe e sanzioni in caso di violazioni.
Dunque, il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA) dell'Unione Europea sono regolamenti chiave per un funzionamento dei servizi digitali e delle piattaforme online sempre più equo, sicuro e competitivo.