Un recente studio, volto a valutare l’andamento dei prezzi generali e l’evoluzione del commercio online, ha rilevato dati sorprendenti: se l’e-commerce non si fosse diffuso, l’inflazione media sarebbe stata del 5% in più nei sei anni precedenti. Grazie all’e-commerce è stato reso disponibile, tra il 2020 e il 2022, circa 1 miliardo di euro di ricchezze per le famiglie italiane.
All’ordine del giorno dell’agenda politica ed economica italiana vi è la questione dell’inflazione, motivo di preoccupazione per numerose famiglie italiane e tema principale dell’indagine svolta da The European House Ambrosetti in collaborazione con Amazon. Un progetto di ricerca sull’impatto dell’ecommerce sui cittadini e le imprese in Italia, che parte da una prima analisi sulle percezioni dei cittadini riguardo all’ecommerce e al potere d’acquisto. Tale analisi è stata condotta in uno scenario caratterizzato da una forte pressione inflattiva nel 2022, con picchi che hanno raggiunto quasi il 12%, da una riduzione del reddito disponibile e dall’aumento della povertà assoluta, coinvolgendo +300 mila famiglie rispetto al 2021.
I risultati della ricerca hanno rilevato che l’incremento dei prezzi e del costo della vita è il problema più sentito per ben 7 italiani su 10. Tuttavia, l’ecommerce ha permesso a 6 italiani su 10 di mantenere o aumentare il proprio potere d’acquisto nell’ultimo anno. Oltre ai prezzi, i cittadini hanno apprezzato l’ecommerce per la maggiore reperibilità (65%) e l’ampia varietà di prodotti disponibili (78,2%).
La ricerca si è poi rivolta alla realizzazione della prima indagine in Italia sulla relazione tra e-commerce, prezzi e consumi. È stato creato un database unico in Italia, comprendente oltre 1 milione di rilevazioni di prezzi online su 23 mila prodotti comparabili con quelli del paniere Istat dei prezzi. Per la definizione del modello statistico, la scelta dei dati e l’interpretazione dei risultati preliminari, l’indagine ha beneficiato del supporto dell’Istat.
La ricerca mette in luce una connessione significativa tra la diffusione dell’e-commerce e l’inflazione in Italia. È stato osservato che l’-ecommerce ha la capacità di mitigare gli impatti dell’inflazione, poiché i prezzi online si sono dimostrati più stabili rispetto a quelli registrati nel paniere Istat negli ultimi 3 anni. Di conseguenza, questa stabilità dei prezzi online ha contribuito ad attivare consumi per una somma considerevole di circa 39 miliardi di euro tra il 2020 e il 2022.
Tra le categorie merceologiche ad ampia diffusione che hanno tratto particolari vantaggi dalla stabilità dei prezzi online, si contano nove settori: fai da te, salute e cura della persona, grandi elettrodomestici, giardinaggio, giochi e giocattoli solo per citarne alcuni esempi.
Tramite un’analisi economica avanzata, lo studio ha esaminato la correlazione statistica tra la diffusione dell’ecommerce in Italia e l’andamento dell’inflazione. Dai risultati è emerso che per ogni aumento del 1 punto percentuale nella diffusione del commercio elettronico, l’inflazione diminuisce di 0.02 punti percentuali nel Paese. Pertanto, senza l’impatto positivo della diffusione dell’ecommerce, l’inflazione media negli ultimi 6 anni sarebbe stata più alta del 5%.
Inoltre, la diffusione dell’ecommerce ha avuto un ruolo fondamentale nel mitigare la riduzione del potere d’acquisto e del reddito disponibile per le famiglie italiane. Questo ha portato a un notevole aumento di ricchezza disponibile, stimato intorno a 1 miliardo di euro tra il 2020 e 2022.
Oltre a questi effetti sull’inflazione e sulla ricchezza disponibile, la diffusione dell’ecommerce ha avuto un impatto positivo anche sui consumi delle famiglie italiane. Il modello econometrico ha dimostrato una relazione statisticamente significativa tra la crescente diffusione del commercio elettronico e l’aumento dei consumi in Italia. Con ogni punto percentuale in più di diffusione dell’e-commerce, i consumi hanno registrato un incremento di 845 milioni di euro.